Grande Anello dei Sibillini

Le 9 Tappe del Grande Anello dei Sibillini

Nove giorni a piedi nel Parco per scoprire gli ambienti naturali, la molteplicità di paesaggi e l’inestimabile patrimonio storico-culturale di questo territorio. Il Grande Anello dei Sibillini è un itinerario di circa 120 Km che abbraccia l’intera catena montuosa del Parco, è completamente segnalato e si articola in nove tratti. Nei punti tappa del percorso sono stati previsti dei rifugi escursionistici. Il percorso è descritto in senso orario partendo da Visso, sede del Parco, ma può essere compiuto anche iniziando da un qualsiasi altro punto tappa, così come possono essere percorsi singoli tratti, ad esempio di in un giorno o due, per trascorrere uno splendido week-end. L’intero anello è fruibile, ma, a seguito degli eventi sismici del 2016-17, si sono rese necessarie alcune deviazioni lungo il percorso; inoltre alcuni rifugi gravemente danneggiati sono stati delocalizzati in strutture temporanee.

Tappa 1
Visso - Cupi

Sviluppo: km 12.1
Dislivello complessivo in salita: m 800
Dislivello complessivo in discesa: m 432
Tempo di percorrenza: ore 4 – 4.30

 

 

Il grande anello dei Sibillini inizia idealmente da Visso, sede dell'Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Si attraversa la parte di centro storico attualmente fruibile dopo il sisma del 2016 e ci si inerpica in direzione della Rocca di S.Giovanni con la torre del Mastio e l'incastellamento risalente al XIII sec. Le torri sono a guardia della valle nella parte alta della piccola cittadina. Il sentiero risale il versante ovest del Monte Careschi fino a giungere al cospetto dei prati-pascolo dell'Altopiano di Macereto dove in lontananza è possibile ammirare il Santuario ottagonale di stile bramantesco, perfetto esempio di architettura rinascimentale della regione Marche. L'arrivo a Cupi garantisce altre e profonde visuali verso nord e l'Appennino Umbro-Marchigiano.

Tappa 2
Cupi - Fiastra

Sviluppo: km 9.8
Dislivello complessivo in salita: m 495
Dislivello complessivo in discesa: m 723
Tempo di percorrenza: ore 4 – 4.30

 

 

Dal piccolo abitato di Cupi, luogo divenuto famoso nel tempo grazie alla selezione della pregiata percora Sopravissana (da sopra Visso appunto) si risale un arido versante del Monte Cordagnolo per giungere su praterie di alta quota e pascoli ricchi di ogni specie di fioriture selvatiche. In tarda primavera eliantemi, orchidee, narcisi formano un tappeto di ogni colore. Passato Pian del Capriolo si scende in un vallone dal quale attraversando un fitto rimboschimento si arriva sulla strada bianche che collega Fiastra ai Piani di Pao. Prendendo la strada in discesa in breve tempo si incorica il sentiero che scende a Fiastra, con splendide vedute sul lago.

Tappa 3
Fiastra - Monastero

Sviluppo: km 9.1
Dislivello complessivo in salita: m 518
Dislivello complessivo in discesa: m 528
Tempo di percorrenza: ore 3.45 – 4.15

 

 

La tappa odierna conduce nel piccolo abitato di Monastero, arroccato sul versante orografico destro della Valle del Fiastrone. Partendo dalla frazione di Tribbio si scende verso San Lorenzo al Lago per risalire, dopo aver passato la piccola chiesetta della Madonna del Sasso Bianco, verso i pascoli della parte bassa dei Piani di Ragnolo. Prima di scendere nel bosco di roverelle che congiunge i pascoli con il piccolo paese è possibile ammirare fanorami d'eccezione sulla gola del Fiastrone e sul Mar Adriatico.

Tappa 4
Monastero - Garulla

Sviluppo: km 18.3
Dislivello complessivo in salita: m 863
Dislivello complessivo in discesa: m 743
Tempo di percorrenza: ore 5.45 – 6.15

 

 

La prima parte di questo itinerario, una volta percorso a ritroso il sentiero che da Monastero porta verso le praterie in quota, si svolge lungo un’ampia dorsale, la si attraversa in direzione sud lasciando il versante orientale precipitare sulle colline fermane e picene, e quello occidentale declinare dolcemente, con prati-pascoli e coltivi, sulla valle del Fiastrone. Attraversare gli altopiani di Ragnolo in primavera è una delle esperienze da non perdere per un'immersione in quello che viene definito il versante fiorito del Parco Nazionale. Passato il Monte Valvasseto con le sue splendide faggete ci si immette oltre il valico di Pintura sormontando la profonda Valle dei Tre Santi, fino a giungere a Garulla.

Tappa 5
Garulla - Rubbiano

Sviluppo: km 9.7
Dislivello complessivo in salita: m 440
Dislivello complessivo in discesa: m 510
Tempo di percorrenza: ore 3.45 – 4.15

 

 

Lasciato il piccolo paesino di Rubbiano si procede tra campi e radi boschi per giungere a Isola San Biagio, altro avamposto di pastori, oggi quasi desolato. Si continua immettendosi nella visuale della valle dell'Aso, il fiume che scende dalla Valle del Lago di Pilato e che scorre a valle dell'abitato di Montemonaco nella sua via verso il fermano. Oltrepassato il fiume si risale verso nei boschi a prevalenza di castagno verso la frazione di Altino, dalla quale si entra in un macrocosmo forestale di rara bellezza, ai piedi del Monte Vettore, la montagna più alta dell'intera catena dei Sibillini (2476 m). Lungo l'itinerario quel che resta dell'importante chiesa di Santa Maria in Pantano, la chiesa delle Sibille, prima di giungere tra Colle e Astorara a fine tappa.

Tappa 6
Rubbiano - Colle

Sviluppo: km 13.6
Dislivello complessivo in salita: m 863
Dislivello complessivo in discesa: m 743
Tempo di percorrenza: ore 5 – 5.30

 

 

Nella prima parte del percorso il paesaggio è caratterizzato da praterie aride che, più in basso, sfumano nelle boscaglie, nei campi coltivati e in quelli abbandonati, riconoscibili dai segni ancora evidenti di antichi terrazzamenti. Oltrepassata la frazione di Isola S. Biagio la visuale si apre sulla valle dell’Aso “sorvegliata” dal paese di Montemonaco, che si affaccia sulla catena dei Sibillini e sulle colline picene fino al mare. Lungo il corso dell’Aso si incontra l’antica chiesa di S. Maria in Casalicchio (XIII sec.), da cui si risale al borgo di Altino. Si prosegue al cospetto della lunga ed affilata cresta che dal Monte Banditello sale fino alla cima del Monte Vettore (2476 m), la montagna più alta dei Sibillini. Sul versante opposto della valle dell’Aso svetta invece il Monte Sibilla (2173 m), la montagna “magica” su cui si trova la grotta delle Fate, regno della mitica Sibilla Appenninica. Lungo l’itinerario si incontra la chiesa di Santa Maria in Patano (fine VIII sec.) gravemente danneggiata dal sisma. I suoi affreschi raffiguranti Sibille e profeti sono testimonianza dell’antica e frequente usanza di unire icone cristiane e pagane. Il Monte Torrone e l’imponente versante est del Monte Vettore dominano questo ultimo tratto di percorso.

Tappa 7
Colle - Colle le Cese

Sviluppo: km 18.6
Dislivello complessivo in salita: m 650
Dislivello complessivo in discesa: m 190
Tempo di percorrenza: ore 5.30 – 6

 

 

Da Colle Le Cese si cammina per praterie di alta quota attraversando la stazione sciistica di Forca di Canapine per arrivare al valico del Rifugio Perugia dal quale si risalgono cime secondarie con un panorama d'eccezione su tutta la dorsale dei Sibillini e il Pian Grande di Castelluccio di Norcia. Il paesino in lontananza, gravemente danneggiato dal terremoto del 2016, di Catelluccio è uno dei simboli dell'area protetta, denso di tradizioni e storie locali (raggiungibile con una variante). Proseguendo in quota si arriva Forca di Giuda, punto più alto del Grande Anello, prima di scendere nella lunga e profonda Valle del Campiano, nel suo versante orografico destro, prima dell'arrivo a Campi di Norcia

Tappa 8
Colle le Cese - Campi

Sviluppo: km 19.5
Dislivello complessivo in salita: m 449
Dislivello complessivo in discesa: m 1089
Tempo di percorrenza: ore 6 – 6.30

 

 

Il primo tratto di questo lungo itinerario percorre la morbida dorsale montuosa che domina ad est i piani di Castelluccio e ad ovest, 600 metri più in basso, il piano di Santa Scolastica, le due principali depressioni tettoniche dei Sibillini. Gli spettacolari Piani di Castelluccio comprendenti il Pian Grande, il Pian Piccolo e il Pian Perduto, costituiscono un vasto bacino “chiuso” situato a 1300 m di altitudine. Dal bordo orientale del Pian Grande s’innalzano imponenti le “Coste del Vettore” che salgono, con un solo salto di quasi 1200 m, fino alla cresta affilata della Cima del Redentore (2449 m); il lato settentrionale è invece dominato dal suggestivo paesino di Castelluccio, anch’esso gravemente colpito dal sisma del 2016, la cui economia è ancora basata prevalentemente sull’allevamento di ovini e bovini e sulla coltivazione della nota lenticchia. Oltre il valico di Forca di Giuda (1794 m), che rappresenta il punto più elevato dell’intero Grande Anello dei Sibillini, il panorama si apre sulla Valle del Campiano, dove gli ambienti naturali si integrano mirabilmente con i segni della millenaria presenza umana, disegnando un paesaggio di rara armonia, costellato di pregevoli luoghi sacri, villaggi e ruderi di castelli arroccati sulle pendici dei monti, come quello di Castelfranco (1370). Si giunge quindi nel suggestivo borgo medioevale di Campi Vecchio, ove i segni del sisma sono ancora molto evidenti

Tappa 9
Campi - Visso

Sviluppo: km 9.5
Dislivello complessivo in salita: m 345
Dislivello complessivo in discesa: m 585
Tempo di percorrenza: ore 3.30 – 4

 

 

Dalla frazione di Campi si prende l'antica via che collegava la zona di Nursia a Visso. All'altezza della Chiesa dei Condotti si lascia lo sterrato per risalire l'arido versante di Monte Macchia Alta dal quale si arriva al cospetto della verdeggiante valle di Visso. Passati i Casali dell'Acquaro in poco tempo si arriva alle porte di Visso, per chiudere l'anello, con mille aneddoti da raccontare e tanti chilometri percosi